PRESENTAZIONE

 

Da quando ho iniziato a lavorare all’Ospedale Psichiatrico di Fermo, ho sentito più volte parlare della necessità di scrivere qualcosa su questa Istituzione  e sui suoi personaggi.  Dopo 35 anni di servizio, ho quasi l’impressione di essere divenuto come la memoria storica di questo ex  Ospedale.

Sollecitato a  fare qualcosa per lasciare una traccia di che cosa sia stato il Manicomio, sono stato portato ad un impegno che in passato  non avevo mai considerato utile, spinto, come ero,  a fare, nel tentativo di risolvere i problemi degli altri. Non avevo mai riflettuto a sufficienza sulla necessità di una memoria che mi facesse  pensare alle tante cose accadute e che potevano assumere  significati  e trasmettere emozioni non altrimenti  tramandabili alle generazioni presenti e future. Volevamo in realtà creare un museo, ma ci siamo resi conto che tutto era stato buttato via e che non c’era rimasto che lo spazio vuoto di un Manicomio, che non conteneva più persone ed il loro disagio, ma soltanto le tracce  di quanto vi era contenuto:  e,  tuttavia,  queste tracce erano ricche di un messaggio che andava comunque trasmesso.  Non ci sarebbe più stata la necessità di un contenitore, se si fosse compreso che la  follia  deve essere curata,  là dove nasce,  aiutando le stesse persone con disagio a prendere coscienza  che, con un po’ di sostegno,  la malattia può essere spiegata e superata.   Abbiamo così iniziato a prendere immagini, ad emozionarci di fronte a quelle,  a ricordare i vari momenti della nostra Storia, ad evidenziare le cose che altri avevano osservato meglio di noi, a riflettere  su come la musica  possa  farci sentire leggere le parole dei nostri “compagni di viaggio”.  Ecco, tutto questo, e non solo, ha portato a coagularci intorno a questo libro.  Spero che,  sfogliandolo,  altri possano  sentire le nostre stesse emozioni.

 

            Ritengo doveroso ricordare tutti gli operatori che hanno contribuito,a vario titolo,  a che questa Istituzione, una volta  “contenitore  della Sofferenza”, si chiudesse con la restituzione  ai Territori d’origine, di quanti, fortunati,  sono riusciti a trovare accoglienza nelle proprie famiglie, nella riappropriazione delle dignità perduta .     

           Vorrei qui elencare idealmente tutti i nomi di chi ha lavorato e sofferto per realizzare l’Utopia.  Nessuno è stato dimenticato, neanche chi, pensandola diversamente, ha espresso le sue  opposizioni  all’inesorabile processo di  rinnovamento che il Tempo ci ha permesso.

Un ringraziamento particolare va alla  Amministrazione Regionale  della Sanità, attraverso il Presidente  della Giunta, ed i vari Assessori che si sono susseguiti nella carica, operando sempre nella giusta ottica del superamento di quella Struttura segregante  e indegna  del rispetto della dignità umana,  che è stata, nel tempo, l’Ospedale Psichiatrico.  Ci si augura che lo stesso fervore, con il quale è stato portato avanti il percorso di dismissione di quella Istituzione, accompagni gli Assessori competenti e l’encomiabile  Staff di supporto,  nel mantenimento di un livello di assistenza nel Territorio,  che garantisca  omogeneità di trattamento e Servizi  utili  a che la malattia  possa sempre essere approcciata,  in modo rispettoso  della persona  in disagio.

Il mio più sincero senso di gratitudine va,  poi,  all’Amministrazione Provinciale di Ascoli Piceno,  dal Presidente ai componenti della Giunta, ed in particolar modo all’Assessore Dottoressa  Patrizia Rossini, che non ha esitato a mettersi a disposizione,  per portare a termine  tutte le iniziative intraprese  per festeggiare i 25 anni della Legge “180”.

Sento poi il dovere di ringraziare il Sindaco del Comune di Fermo  ed il Presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di Fermo che hanno consentito, con il Loro entusiasmo e con la Loro  passione, che venisse  realizzata questa opera  che ricorda il Ruolo Storico e Politico di questa Istituzione, che, nel bene e nel male,  ha rappresentato, nell’ambito vasto del Territorio Provinciale,  la realtà del disagio e della sofferenza.

Infine, mi sia consentito di  esprimere  un commosso grazie a tutti quelli che  hanno partecipato, materialmente, alla stesura  del presente volume. Senza la Loro  presenza  ed il Loro costante stimolo, non saremmo arrivati, in così breve tempo,  a riunire le esperienze,  le sensazioni e le emozioni che questo luogo, per il dolore  che ha contenuto,  ci ha  trasmesso. Grazie ancora.

Dicembre                                                                         Giorgio Ripani Direttore DSM – ASL n.11

 

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